L’insediamento pre-romano
Il primo insediamento di Vicenza viene rilevato su un piccolo gruppo di alture – formato da detriti alluvionali – che emergeva dalla pianura acquitrinosa situata tra i fiumi Astico (ora Bacchiglione) e Retrone. Quella presenza umana si originò nel VI secolo a.C. e i loro resti furono trovati nelle grotte dei Colli Berici e nella valle del Lago di Fimon.
Si hanno anche le testimonianze di Plinio il Vecchio, che nel I secolo d.C. cita anche Vicenza nella sua Naturalis Historia, come centro di fondazione veneta, una popolazione autoctona di origine indoeuropea. Da circa venti secoli la città è cresciuta su se stessa, per questo, essendo una città intensamente abitata, impedisce di effettuare scavi e ricerche in modo estensivo.
Come gli altri veneti, anche gli abitanti di quella che poi fu chiamata Vicetia subirono l’influenza culturale dei popoli circostanti: anzitutto degli Etruschi, dai quali acquisirono mode, forme d’arte e di scrittura, poi dei Galli Cenomani e dei Cimbri.
Quando i Romani si affacciarono sulla pianura padano- veneta, (che chiamarono Gallia cisalpina) i Veneti ne divennero alleati fedeli, combattendo insieme con loro contro i Galli, che sconfissero nel 222 a.C. nella battaglia di Clastidium. Ne furono alleati fedeli anche nel corso delle guerre sociali, ed in premio ottennero la cittadinanza di diritto latino secondo la Lex Pompeia de Transpadanis nell’89 a.C., che tramuta queste terre in colonie latine, concedendo ai suoi abitanti alcuni vantaggi giuridici legati al nuovo status (per esempio i magistrati locali possono acquisire la cittadinanza romana).
Nella metà del II secolo a.C. (148 a.C.) fu costruita la via Postumia che andava da Genua ad Aquileia permettendo migliori traffici commerciali, ma anche il rapido transito delle legioni (per quanto riguarda Vicenza, abbiamo la testimonianza di un cippo, conservato a Verona, che ricorda come un magistrato romano fosse stato chiamato a dirimere una questione di confini tra Vicenza ed Este).
Vicetia romana
Come altre città venete, al tempo della Guerra civile romana (49-45 a.C.) probabilmente Vicenza parteggiò per Cesare e, in premio, tra il 49 e il 42 a.C. divenne municipium romano optimo iure, cioè con pienezza di diritti civili e politici: non essendo una città conquistata ebbe la possibilità di mantenere le proprie magistrature. A questi anni risalgono la ristrutturazione dell’abitato secondo un tracciato urbanistico ad assi relativamente ortogonali, la sostituzione di abitazioni in legno con costruzioni in pietra o laterizio e l’edificazione delle prime mura. Queste furono erette, come avvenne per altre città consimili, per delimitare lo spazio urbano da quello rurale e conferire prestigio al nuovo status di città romana , in un tempo in cui tutta la regione era pacificata e apparentemente non erano necessarie: dalla vittoria contro i Cimbri del II secolo a.C. e fino al II secolo d.C. il Veneto non fu più territorio di incursioni barbariche. In assenza di reperti significativi, si presume che le mura fossero state costruite solo parzialmente, in particolare a ovest della città, perché negli altri lati era naturalmente difesa dai fiumi.
Rispetto all’estensione dell’attuale città, quella dell’insediamento romano era piuttosto modesta e andava, da nord a sud, da piazza Matteotti a piazza Castello e in direzione da est a ovest, da San Biagio all’ incrocio tra le contrade della Pescheria e di San Paolo (dietro alla Basilica Palladiana).